A cosa serve andare nello Spazio? Ecco le tecnologie sviluppate in orbita che usiamo ogni giorno
Indice
- La TV Satellitare: grazie a Telstar il primo segnale televisivo al mondo
- Pulizie senza pensiero: lo Spazio e le aspirapolveri senza fili
- Per controllare i Rover possiamo giocare ai videogiochi: il joystick
- Le cuffie wireless: già nello Spazio le telefonate senza fili
- Trekking? Grazie all'Apollo abbiamo l'abbigliamento termico

Anche se lo spazio ci sembra così lontano, ci sono alcune tecnologie messe a punto proprio durante le missioni spaziali che usiamo tutti i giorni senza saperlo.
Il 12 aprile 1961, esattamente 64 anni fa, Jurij Gagarin compì il primo viaggio nello Spazio, riuscendo a guardare il nostro pianeta da un inedito punto di vista. Le missioni spaziali, ancora oggi, vengono raccontate e osservate con grande fascino e ammirazione, tuttavia spesso ignoriamo che riguardano tutti noi da vicino, molto più di quanto si pensi.
La NASA, ad esempio, ha un intero programma chiamato “Spin-off” destinato a sviluppare e integrare tecnologie che vengono poi riproposte sul mercato, diventando parte di oggetti di uso quotidiano. Vediamo qualche esempio.
La TV Satellitare: grazie a Telstar il primo segnale televisivo al mondo
Le tipologie di trasmissione di cui si servono i televisori per la programmazione giornaliera si distinguono in base alla fonte delle onde radio. Quando queste sono emesse da trasmettitori posti da satelliti appositi, si parla di televisione satellitare. A differenza, ad esempio, della televisione terrestre che per le onde radio sfrutta ripetitori posti sulla superficie terrestre.
Una tecnologia simile risale ai primi anni Sessanta. Fu nel 1962, infatti, che venne lanciato il primo di questi satelliti chiamato Telstar. Partì dalla stazione aerospaziale di Cape Canaveral, in Florida, e fu spedito in orbita con un razzo vettore della NASA (Il Thor-Delta). Dopo qualche ora, Telstar rilanciò il primo segnale televisivo transatlantico al mondo. Nei mesi successivi in cui rimase in orbita si stima che Telstar abbia contribuito alla ricezione di più di 400 trasmissioni (telefoniche, telegrafiche ed anche televisive), rappresentando di fatto una tecnologia all’avanguardia per l’epoca e ispirando il funzionamento della moderna televisione satellitare.

Pulizie senza pensiero: lo Spazio e le aspirapolveri senza fili
Anche se la batteria ricaricabile ha una storia ancor più antica di quella del primo viaggio nello Spazio di Gagarin (la prima batteria al litio, ad esempio, risale al 1912), la tecnologia senza fili e ricaricabile ha subito una grande spinta proprio grazie alle missioni spaziali.
I primi utensili a batteria furono presentati in quegli anni (nel 1961, precisamente) dalla Black & Decker. Tuttavia, poco dopo, l’azienda ha beneficiato dell’interessamento e della collaborazione della NASA che aveva l’obiettivo di facilitare la vita dei suoi astronauti con una serie di elettrodomestici senza fili.
L’idea nacque proprio dalla necessità di fornire agli astronauti elettrodomestici leggeri, maneggevoli e facilmente trasportabili ai fini di esplorare la superficie lunare e raccogliere campioni: la Black & Decker dunque cominciò una linea di trapani senza fili pensati appositamente, dando vita allo spunto di fare qualcosa di simile anche per uso domestico: nasce così la prima aspirapolvere senza fili, che si chiamava “Dustbuster”.
Per controllare i Rover possiamo giocare ai videogiochi: il joystick
L’iconica forma a T e le levette analogiche dei joystick moderni che accompagnano le nostre sessioni di gaming, sono il frutto di una tecnologia messa a punto per le missioni spaziali.
Questa volta però il protagonista non è l’uomo. O meglio, a girovagare per lo Spazio in questo caso sono i robot. I Rover, infatti, sono sin dagli anni Ottanta un valido aiuto per chi rimane a terra nelle esplorazioni lunari (e non solo). In questi anni infatti vennero sviluppati i presupposti per controllare lo sterzo dei Rover con una mano sola con un controller alla cui base vi è la tecnologia e il design dei moderni joystick da gaming, ma anche quelli che si utilizzano per pilotare gli aerei.

Le cuffie wireless: già nello Spazio le telefonate senza fili
Se oggi possiamo parlare al telefono mentre camminiamo o ascoltare il nostro podcast preferito mentre sbrighiamo le faccende in casa, lo dobbiamo all’esplorazione dello Spazio. In particolare, ai programmi Apollo e Mercury.
Già dagli anni Cinquanta, in realtà, anche i piloti di voli commerciali, utilizzavano le cuffie per le per le comunicazioni con le torri di controllo, ma il cavo e le cuffie stesse si rivelano scomode sia per il peso sia per i cavi necessari al collegamento. Iniziata poi l’esplorazione spaziale, questa esigenza si fece sentire anche tra gli astronauti che avevano bisogno di cuffie comode e pratiche da usare per le comunicazioni. Da questa esigenza nasce l’idea delle cuffie interamente senza fili che ancora oggi utilizziamo quotidianamente.
Trekking? Grazie all'Apollo abbiamo l'abbigliamento termico
Ti sarà sicuramente capitato di vedere, talvolta in situazioni estreme come quelle di salvataggio o emergenza, alcuni teli che sembrano fatti di carta stagnola. Si usano infatti per ristabilire la temperatura corporea in situazioni di pericolo.
Quel materiale che sembra carta stagnola, appunto, veniva usato già durante le prime missioni nello Spazio e in particolare nel programma Apollo nei primi anni Sessanta. Quel materiale, in realtà, veniva usato già anche durante l’Apollo per avvolgere alcune componenti dei veicoli aerospaziali sfruttando proprio per le sue capacità isolanti e riflettenti.
Fu quello che poi ispirò quelle che oggi conosciamo come coperte isotermiche, usate negli equipaggiamenti anti-incendio o per le operazioni di salvataggio. Per questo motivo, nei paesi anglosassoni viene usato ancora il termine “space blankets” (letteralmente, le coperte dello Spazio) per indicarle. Il principio alla base delle coperte isotermiche ha dato vita anche all’abbigliamento termico che oggi utilizziamo soprattutto in ambito sportivo e per la montagna.